“Tutto è iniziato con il lavoro di un network informale di ricercatori, ma anche di persone che si occupano di inclusione e accoglienza. Un progetto scientifico che incrociava progetti di accoglienza. Questo lavoro ha portato ad alcune pubblicazioni negli ultimi quattro anni, dal 2015, con un primo seminario in Bicocca a Milano.”
“Per quattro anni, dal 2016 al 2019, abbiamo lavorato ad allargare il network pan-alpino dalla Francia alla Slovenia, facendo ricerca su questo tema, producendo due libri in italiano, realizzati con il contributo di tutti, ricercatori e operatori, con analisi e raccolta di buone pratiche, che sono state la base per la creazione del network a dicembre 2019”, spiega Membretti.
“Seminari, network, ricerca per capire come trasferire questa conoscenza sul ruolo dei migranti nello sviluppo locale delle aree marginali, dall’accoglienza e dall’integrazione a un ruolo di agente di sviluppo locale- Questo è il cuore del progetto: capovolgere il senso della presenza migratoria, fino a indagarne fino in fondo le potenzialità di sviluppo per aree particolari.”
Ecco che nasce il progetto MATILDE, finanziato da un bando europeo Horizon2020, che sviluppa e testa un quadro concettuale e metodologico transdisciplinare per misurare l’impatto che la migrazione di cittadini di paesi terzi esercita sullo sviluppo locale nelle regioni rurali e montane di tutta Europa. I cittadini di paesi terzi sono un importante fattore di sviluppo socio-economico, tuttavia il loro impatto specifico in contesti territoriali montani e rurali è poco noto.
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